La caduta degli dei: quando il campione dichiara bancarotta

Mike arrestato nel 1995

I soldi? Quello non era il mio campo. Non sapevo come gestirli e non sapevo come gestire le persone che mi si avvicinavano per il mio denaro. In fatto di soldi ero tossico e pericoloso.

E’ una storia già sentita, che si ripete uguale da sempre.

Quella di campioni dello sport, arricchiti dal proprio talento, che per scelte sbagliate, sfortuna o eccessi, hanno dilapidato patrimoni milionari, finendo in bancarotta.

Partiamo da Derrick Coleman, campione Nba dei Phipadelphia 76ers, che dopo il ritiro ha investito in diverse proprietà immobiliari e ditte nella città di Detroit, pesantemente colpita dalla crisi del mondo dell’auto. Non è andata come si aspettava, e nel 2010 è andato in bancarotta con debiti per oltre 4 milioni di dollari a 99 diversi creditori. La sua casa in una ricca cittadina del New Jersey è finita all’asta.

Restiamo nel mondo della palla a spicchi, e parliamo del grande Scottie Pippen, ex dei Chicago Bulls, che in coppia con Michael Jordan ha vinto 6 anelli Nba.

La stima, nel suo caso, è di 120 milioni di dollari smarriti. Di cui 4 spesi per un aereo Gulfstream che non poteva volare, più uno per ripararlo. Altri pessimi investimenti della stella dei Bulls lo hanno mandato in bancarotta. E nel 2013 ha persino perso la causa contro i media con i quali sosteneva di non essere in dissesto finanziario.

Sempre in America, triste la storia di Marion Jones.

La bella campionessa mondiale dei 100 metri a fine anni ’90, costretta al ritiro per lo scandalo dell’industria farmaceutica Balco (fu accusata di usare almeno cinque diverse sostanze illegali), trovata positiva all’antidoping per Epo nel 2006, si è vista cancellare i risultati 2000-2004 (cioè cinque medaglie olimpiche, due ori mondiali nei 200m e nella 4x100m) e si è trovata a dover restituire anche i premi in denaro (circa un milione di dollari). Nel 2008 è stata condannata a sei mesi di carcere e ai lavori socialmente utili per aver mentito ad un giudice riguardo all’uso di sostanze dopanti. In seguito si è dedicata al basket, giocando anche in Wnba, ma finendo licenziata da Tulsa.

Sempre negli Stati Uniti, ma stavolta nel mondo del pugilato, troviamo l’immortale Mike Tyson, che fra carcere per stupro, record sul ring, eccessi e mille pagine sui rotocalchi per flirt, aggressioni ed altre peripezie, ha dovuto dichiarare bancarotta per 26 milioni di dollari di debiti. Di questi, 13 li doveva al Fisco americano, 4 a quello inglese e ben 9 all’ex moglie.

E pensare che Iron Mike in carriera aveva guadagnato ben 400 milioni di dollari.

Non se la passa meglio Boris Becker, ex stella del tennis, travolto dai debiti. Si parla di una cifra intorno ai 37 milioni di euro, che deve ad un uomo d’affari svizzero, a banche private, società e pure a qualche amico.

Ma l’elenco sarebbe ancora lunghissimo, coi guai di Andreas Brehme, eroe teutonico della finale di Italia ’90, (suo il gol all’Argentina col quale la sua nazionale si laureò campione del mondo). Indimenticabile nell’Inter dei record di Trapattoni, è tornato agli onori della cronaca per i debiti e per la richiesta di aiuto fatta in sua vece da alcuni amici ed ex compagni di squadra.

E poi Vin Baker, ex stella dell’Nba, finito a lavorare da Starbucks per vivere.

Un capitolo a parte meriterebbe Diego Armando Maradona, dopo anni di cause vincitore nei confronti del Fisco italiano. Come dimenticare le assurde scene a Capodichino, con la Guardia di Finanza che gli sequestrò un orecchino a parziale rimborso di un debito che, in realtà, il Pibe de oro non aveva nei confronti del nostro Fisco.

Tanti altri ancora sono gli dei caduti, incapaci di gestire le enormi fortune accumulate, vittime di se stessi e delle proprie fragilità.

Scottie Pippen (nella foto) nel 2011 ha fatto causa ad alcuni giornalisti, che avevano parlato della sua bancarotta da 120 milioni di euro. Per il ‘mago degli investimenti’, ancora una scelta sbagliata: causa persa , spese legali da pagare e danni da corrispondere ai giornalisti denunciati. 

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