Febbre da paddle: un fenomeno ormai inarrestabile

Sempre più agonisti, sempre più appassionati

Ancora lontane Spagna e Argentina

(RIPROPONGO UN MIO VECCHIO ARTICOLO PUBBLICATO SU UBITENNIS CIRCA 4 ANNI FA, IN TEMPI NON SOSPETTI, QUANDO IL PADEL ANCORA NON ERA DI MODA, NDR)

D’accordo, non è ancora uno sport olimpico, e per ottenere tale riconoscimento la strada è ancora lunga. Ma l’enorme crescita di appassionati del paddle è ormai un dato ineccepibile.

Dal primo campo installato a Bologna nel ’91, si è giunti agli oltre 300 odierni, con 3mila agonisti tesserati e oltre 10mila appassionati in tutto il territorio nazionale.

Ancora lontanissimi i numeri delle nazioni che da sempre si contendono il titolo mondiale, Argentina e Spagna.

Entrambe vantano oltre 30mila campi. In Argentina sono addirittura 4,5 milioni i praticanti, ed è per entrambi gli Stati il terzo sport più praticato.

Ma in Italia alcuni avvenimenti hanno aiutato la diffusione di questo splendido sport, come l’aver ospitato gli europei a Milano Marittima e Bologna nel ’95 e nel 2005.

I calciatori Totti e De Rossi impegnati in un match di padel

Altro aspetto a favore del paddle, i costi relativamente bassi di installazione di un campo, che variano dai 14mila ai 18mila euro, nonché la necessità di appena 200 mq per realizzarlo, che permette ai centri sportivi di convertire un campo da tennis in 3 campi da paddle.

Uno sport divertente, molto “social”, in cui si gioca in 4, con lo stesso punteggio del tennis, e che alcuni hanno descritto come un incrocio vincente di tennis, squash e racquetball.

Inventato nel 1898 dall’americano Frank Beal, è uno sport più antico di quanto si creda, ma che in Italia solo ora sta vivendo una enorme diffusione enorme.

Antonio Petrucci

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